Il Dohyo-iri, un rituale intriso di storia e tradizione, rappresenta un aspetto fondamentale del sumo, lo sport nazionale del Giappone. In questo articolo voglio offrirti uno sguardo dettagliato sulla sua evoluzione storica, il significato simbolico e la sua esecuzione durante le competizioni di sumo. Un viaggio attraverso il tempo e la cultura per comprendere meglio come questo antico rituale continui a essere un pilastro imprescindibile nel sumo moderno.
Storia del Dohyo-iri
La storia del Dohyo-iri è profondamente intrecciata con le origini del sumo e le tradizioni religiose del Giappone.
Nelle sue forme più antiche, il sumo era più di uno sport: era un rituale religioso praticato nei santuari shintoisti per invocare una buona raccolta e proteggere la comunità da disastri naturali. Il Dohyo-iri, in particolare, si pensa abbia avuto origine come una danza rituale eseguita dai lottatori di sumo per onorare gli dei shintoisti, una pratica che risale a oltre un millennio fa.
Con l’emergere del sumo come forma di intrattenimento per la corte imperiale e, successivamente, per il pubblico generale durante il periodo Edo (1603-1868), il Dohyo-iri si è evoluto da un semplice rituale shintoista a un elemento chiave delle competizioni di sumo. Durante questo periodo, il sumo e il Dohyo-iri iniziarono a assumere le forme che riconosciamo oggi, con l’introduzione di regole e rituali più strutturati.
Il periodo Meiji (1868-1912) vide ulteriori cambiamenti, poiché il Giappone iniziò ad abbracciare la modernizzazione e ad aprire le sue porte all’influenza occidentale. Nonostante questi cambiamenti, il Dohyo-iri rimase un elemento fondamentale del sumo, mantenendo il suo significato religioso e culturale.
Nel corso del XX secolo, il sumo e il Dohyo-iri continuarono a evolversi, ma sempre con un occhio rivolto al passato, preservando le tradizioni che definiscono questo sport unico.
Oggi, il Dohyo-iri non è solo un preludio alle competizioni di sumo, ma è anche un simbolo vivente della storia e della cultura giapponese, un ponte che collega il passato con il presente e continua a incantare sia i giapponesi che gli spettatori di tutto il mondo.
Significato Culturale e Religioso
Oltre alla sua storia, il Dohyo-iri è profondamente radicato nelle credenze e pratiche shintoiste, riflettendo un legame unico tra il sumo e la spiritualità giapponese. Ogni gesto e elemento del rituale ha un significato simbolico, che va oltre la semplice preparazione fisica per il combattimento. Ad esempio, il rituale del sollevamento delle gambe e del loro abbattimento sul dohyo non è solo una dimostrazione di forza, ma serve anche a purificare l’area di combattimento, scacciando gli spiriti maligni e portando fortuna e protezione.
L’abbigliamento dei lottatori durante il Dohyo-iri è un altro aspetto ricco di significato. Il kesho-mawashi, l’elaborato apron indossato dai lottatori, è spesso ornato con immagini e simboli che riflettono la storia, la mitologia o gli aspetti naturali del Giappone, fungendo da potente simbolo culturale e identitario. Questi elementi vestiari non sono solo decorativi, ma rappresentano un collegamento visivo e spirituale con le radici storiche e culturali del sumo.
In particolare, il Dohyo-iri dei yokozuna, i lottatori di più alto rango, è un momento di grande significato culturale. I loro movimenti specifici, come il “shiko“, non sono solo una dimostrazione di forza fisica, ma rappresentano anche un atto di purificazione e un omaggio agli dei.
Questi rituali sottolineano il ruolo del sumo come ponte tra il mondo fisico e quello spirituale, e come mezzo per mantenere vive le tradizioni e i valori culturali. Questa fusione di sport, arte e spiritualità rende il Dohyo-iri un momento di connessione profonda tra i lottatori, gli spettatori e il divino, evidenziando il ruolo unico del sumo come custode di antiche tradizioni e come espressione vivente della cultura giapponese.
Descrizione della Cerimonia
La cerimonia del Dohyo-iri, pur essendo un rituale antico, presenta dettagli unici e distintivi che meritano un’attenzione particolare. Uno degli aspetti meno noti ma fondamentali è l’ordine di ingresso dei lottatori nel dohyo.
Questo ordine è strettamente legato al rango dei lottatori, con i lottatori di rango più basso che entrano per primi, seguiti dai loro superiori. Questa gerarchia riflette non solo la struttura del sumo, ma anche i principi di rispetto e onore che sono centrali nella cultura giapponese.
Un altro dettaglio distintivo è la varietà di kesho-mawashi indossati dai lottatori. Questi apron cerimoniali, spesso riccamente decorati, sono donati ai lottatori da sostenitori o sponsor e possono presentare immagini che vanno da elementi naturali a figure storiche o mitologiche. Ogni kesho-mawashi è un’opera d’arte in sé e rappresenta non solo lo status del lottatore, ma anche la sua connessione con la comunità e la cultura giapponese.
Durante la cerimonia, particolare attenzione è rivolta ai movimenti dei lottatori. Oltre al noto “shiko“, ci sono gesti come il sollevamento delle braccia e il palmo delle mani rivolto verso l’esterno, che simboleggia l’apertura e l’onestà del lottatore, mostrando di non nascondere armi. Questi gesti, sebbene sottili, sono carichi di significato e sono parte integrante della ritualità del sumo.
Infine, la presenza di elementi come il sale, usato per la purificazione, e il rituale del “chiri-chozu“, dove i lottatori si lavano mani e bocca, sono aspetti fondamentali che collegano il Dohyo-iri alle sue radici shintoiste. Questi elementi non solo purificano fisicamente, ma simboleggiano anche la purificazione spirituale e la preparazione per la competizione.
Il Dohyo-iri dei Yokozuna
Il Dohyo-iri dei Yokozuna, i lottatori di sumo di più alto rango, è un rituale che va oltre la mera esibizione, incarnando la storia e l’essenza del sumo. Ogni Yokozuna porta nel Dohyo-iri un tocco personale che riflette la sua carriera, il suo stile di lotta e la sua personalità. Questa personalizzazione rende ogni Dohyo-iri dei Yokozuna un evento unico e irripetibile.
La scelta tra gli stili Shiranui e Unryu non è solo una questione di preferenza estetica, ma spesso riflette le qualità e l’approccio al sumo del Yokozuna stesso. Ad esempio, uno Yokozuna noto per la sua forza bruta potrebbe preferire lo stile Shiranui, che enfatizza la potenza e l’apertura, mentre uno più conosciuto per la sua agilità e tecnica potrebbe scegliere lo stile Unryu, che simboleggia l’equilibrio e l’armonia. Inoltre, la presenza e il ruolo dei due assistenti, il tachimochi e il tsuyuharai, sono aspetti che meritano una menzione speciale. La scelta di questi assistenti da parte del Yokozuna è un onore significativo e riflette spesso legami di lunga data o rispetto reciproco all’interno del mondo del sumo.
La dinamica tra il Yokozuna e i suoi assistenti durante il Dohyo-iri può offrire uno sguardo intrigante sulle relazioni e la gerarchia all’interno di questo sport. Infine, la reazione del pubblico al Dohyo-iri di un Yokozuna è un barometro del suo status e della sua popolarità. L’entusiasmo e il rispetto mostrati dagli spettatori durante il rituale non sono solo un tributo alla maestria del lottatore, ma anche un riflesso della sua connessione con la cultura e la società giapponese.
Ogni Dohyo-iri dei Yokozuna è quindi un momento di profonda significatività culturale, un rituale che celebra non solo le abilità fisiche, ma anche il legame indissolubile tra il lottatore, il sumo e la storia giapponese.
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