Tra i vari regimi alimentari salutari, uno di quelli maggiormente rinomati per via dei numerosi benefici offerti rimanda senz’altro alla dieta giapponese. Meglio nota anche con il nome di washoku, la dieta giapponese è basata su ingredienti freschi e stagionali, valorizzati da preparazioni culinarie atte a enfatizzare qualità e semplicità dei prodotti.
Che cos’è la dieta giapponese: le caratteristiche principali
Questa dieta originaria del Giappone prevede come alimenti principali riso al vapore, noodles, pesce, tofu ma anche alghe, frutta e verdura, che sia essa fresca o in salamoia. La cottura di questi cibi viene effettuata in maniera leggera, con una predilezione per cottura al vapore, bollitura o grigliatura. Questo perché cuocere i cibi in tale maniera preserva le proprietà nutritive insite negli alimenti citati. All’interno di questi cibi, l’uso di salse e condimenti è moderato, con preferenza per i sapori naturali e che posseggano l’umami, il cosiddetto “quinto gusto” presente in tantissimi alimenti.
I benefici per il metabolismo
Questa tipologia di alimentazione offre diversi vantaggi a livello metabolico. Per esempio, è in grado di fornire un grosso apporto di acidi grassi omega-3 e omega-6 tramite pesce e soia, che contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, favorendo al contempo una migliore salute cardiovascolare. Oltre a ciò, l’abbondanza di verdure, alghe e cereali favorisce sia la digestione che il transito intestinale, contribuendo quindi al controllo del peso corporeo.
Da sottolineare anche un altro interessante aspetto: le porzioni moderate e l’assenza di grassi saturi e zuccheri aggiunti rendono questa dieta particolarmente ipocalorica, il che rappresenta una prevenzione per situazioni potenziali di obesità.
L’impatto sulla salute endocrina
A beneficiare in maniera netta della dieta giapponese è, in particolar modo, il sistema endocrino, ovvero quel sistema responsabile della regolazione degli ormoni. Infatti, alimenti come tofu, edamame e natto contengono fitoestrogeni – cioè composti vegetali che mimano l’azione degli estrogeni all’interno del corpo – che possono contribuire a mantenere un equilibrio ormonale, risultando utili soprattutto per le donne in stato di menopausa.
L’assunzione regolare di pesce ricco di acidi grassi essenziali, peraltro, supporta fortemente la funzione tiroidea, fondamentale per il metabolismo energetico. Inoltre, svariati studi suggeriscono da tempo che tale regime alimentare possa ridurre il rischio di sviluppare tumori, come per esempio quello alla prostata. Soprattutto la soia può aiutare, dato che la molecola Equol prodotta dalla sua digestione può sbloccare l’azione del Dht, cioè un ormone maschile collegato all’insorgenza di questa tipologia di tumore.
Dal punto di vista femminile, invece, la dieta giapponese può aiutare a regolare il ciclo mestruale e migliorare le condizioni dell’endometrio, favorendo quindi maggiori possibilità di concepimento e di fertilità.
In ogni caso, per valutare l’impatto dell’alimentazione sulla salute endocrina e identificare eventuali scompensi, resta fondamentale rivolgersi a un endocrinologo per problemi ormonali al fine di studiare strategie preventive o risolvere problematiche esistenti. Una visita specialistica può essere utile anche per meglio comprendere gli abbinamenti a livello alimentare e, di conseguenza, apportare ulteriori benefici significativi al metabolismo e al sistema endocrino.
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